Itinerario semplice dal punto di vista tecnico, si svolge per gran parte su strade poco frequentate, dal fondo asfaltato.
Da Vidiciatico procede in direzione di Prasiolo, seguendo poco dopo le indicazioni per Farnè. Raggiunto il grazioso abitato tra begli scorci sulla dorsale dei monti della Riva, prosegue in direzione di La Cà. Al km 6.2 dirige verso dx giungendo in breve a Poggiolforato. Oltre il borgo segue su fondo sterrato inoltrandosi nella stretta e selvaggia valle del torrente Dardagna, che discende tumultuoso dal massiccio del Corno alle Scale. Raggiunto un ponticello, oltre il quale è possibile dissetarsi presso una fresca fonte solforosa, prevede il rientro a Vidiciatico, che avviene per il vivace borgo di La Cà, frequentata località turistica estiva ed invernale.
Per chi volesse allungare un poco il percorso (senza peraltro complicarlo dal punto di vista tecnico) è invece possibile procedere verso monte per 1,6km, sino all’incrocio con il sentiero CAI 331a proveniente da Madonna dell’Acero (1,6km), rientrando a questo punto sui propri passi.
L'itinerario si presta ad essere percorso oltre che con la mountain bike anche con i tandem e le carozzine elettroniche adattati all'utilizzo in fuoristrada.
Classificazione difficoltà IMBA: 1 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
Itinerario facile e remunerativo, si svolge su strade asfaltate e sterrate poco frequentate. Consente di raggiungere luoghi affascinanti come il borgo ottimamente conservato di Tresana; il molino Squaglia, posto sul selvaggio rio Baricello e testimonianza di un tempo in cui le attività economiche della vallata erano legate ai ritmi e alla forza della natura; il settecentesco santuario della Madonna del Faggio, piccola e solitaria chiesa immersa nella faggeta.
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L’itinerario si svolge quasi per intero su strade a fondo asfaltato, non presentando alcuna reale difficoltà tecnica. Risale l’aspra vallata del torrente Silla, consentendo la visita di due dei borghi più rappresentativi dell’area parco: Monteacuto delle Alpi, arroccato su un minuscolo cocuzzolo e Pianaccio, incastonato in un angolo particolarmente accogliente dell’alta valle del Silla, alle pendici del Monte Grande. Posegue quindi in direzione SW giungendo al rifugio di Segavecchia, in un magnifico contesto montano dominato dalle ripide balze del Corno alle Scale. Un meritato ristoro precede il rientro a Lizzano, in buona parte una inebriante discesa tra i monti..
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Si tratta dell’itinerario più lungo e con il maggiore dislivello in salita dell’intera selezione. A dispetto della sua semplicità tecnica (fondo asfaltato, salvo alcuni chilometri di comoda strada sterrata tra Piana della Farnia e il lago di Pratignano) richiede un’ottima preparazione fisico-atletica e la predisposizione a passare in sella molte ore. In questo senso si presta ottimamente alla preparazione di impegnative imprese in bicicletta, come la partecipazione a gare di endurance o lunghi raids. E’ un “bel giro”, come si dice in questi casi, che prende gran parte della giornata e si rivela alla fine eccezionalmente panoramico. Consente infatti di apprezzare da ottime prospettive i massicci montuosi più importanti delle province di Bologna (Corno alle Scale, monte La Nuda) e Modena (monte Cimone, Libro Aperto).
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Inerario facile, remunerativo e dal contenuto dislivello. Si svolge per buona parte in contesti forestali di pregio. Da Castelluccio risale le pendici di Monte Piella su fondo dapprima asfaltato, in seguito sterrato ed infine su magnifico sentiero. Raggiunta la sommità del monte, posta a circa 1200m di altitudine, è possibile godere nelle belle giornate di uno dei più spettacolari panorami sulla valle del Reno.
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Classificazione difficoltà IMBA: 2 (vedi dettaglio)
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Itinerario tecnicamente facile e mediamente impegnativo dal punto di vista atletico, supera di poco la soglia dei 1000m di dislivello in salita. Da Lizzano risale a Vidiciatico per la via Panoramica e prosegue poi verso la sommità di monte Pizzo (magnifico panorama su Lizzano e sulla valle del Silla) percorrendo per intero l’interessante anello di Budiara. Rientrato a Vidiciatico segue brevemente verso monte e poco dopo il tornante del Bedollo piega verso N raggiungendo il valico della Masera. Da qui il biker fa ritorno al punto di partenza attraverso le antiche borgate poste a monte del rio Sasso (Cinghio, Sasso, Pozzo), nelle quali si conservano edifici del passato di pregevole fattura.
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Itinerario estremamente interessante dal punto di vista ambientale, ha inizio a Granaglione e attraverso Calvigi (importante centro di devozione mariana) e Sambugedro si inoltra nella remota valle del Randaragna, la più meridionale della Provincia di Bologna, caratterizzata da ripidi versanti montani, rigogliose foreste e belle borgate. Giunto a Barbagosa risale le pendici del monte dei Boschi su strada che, oltre Case Nasci, diviene una magnifica e panoramica sterrata. Superato il rifugio di monte Cavallo (possibilità di ristoro) aggira la sommità di monte dei Boschi e attraverso il monte Prati risale su bello stradello forestale al monte di Granaglione (grandioso panorama in località Croce del Cigno). Infine, su strada a fondo naturale che scende sinuosa tra maestosi castagneti fa rientro a Granaglione.
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Itinerario piuttosto frequentato, tecnicamente facile ma dal significativo dislivello, adatto pertanto a biker con buon allenamento. Proposto anche in versione “reverse”, attraversa alcune delle più importanti località del Parco come Lizzano in Belvedere, Vidiciatico, La Cà e Pianaccio. E’ caratterizzato dalla bella risalita all’insellatura dei Bagnadori e dall’altrettanto interessante discesa attraverso i 14 tornanti che da Serra di Piantade conducono in breve al rifugio Segavecchia, imponendo attenzione e perizia nella guida. Ambienti forestali di pregio ed ampi scorci panoramici accompagnano il biker per gran parte del cammino, rendendo il percorso stimolante e vario.
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Itinerario decisamente interessante, risale da Castelluccio le pendici del monte Piella sino a raggiungere la testata della boscosa Valle del Riomaggiore. In ambiente forestale assai vario, contraddistinto da boschi di latifoglie che si alternano a resinose di impianto artificiale (abete bianco e rosso, pino nero) giunge alla sommità del monte di Granaglione. Poco dopo, in località Croce del Cigno (dal latino cingùlum, ripiano di roccia che sporge sulla parete del monte), luogo in cui sorgeva un monastero di antichissimi monaci di cui è persa ogni traccia, regala splendidi scorci panoramici sulla valle del fiume Reno. Raggiunto in veloce discesa, tra maestosi castagneti, l’abitato di Granaglione, l’itinerario prosegue su fondo che diviene asfaltato toccando una serie di graziose borgate di “mezza montagna”. Attenzione al dislivello complessivo che consiglia l’uscita a biker ben allenati.
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Itinerario tecnicamente facile e remunerativo dal punto di vista ambientale. Da Granaglione risale dolcemente la valle del fiume Reno, inoltrandosi poco oltre Sambugedro nella selvaggia e boscosa valle del torrente Randaragna. Al km 9.9 prevede l’inizio di una lunga salita che attraverso 17 tornanti consente al biker di giungere dapprima al rifugio di monte Cavallo e subito dopo alla sommità del monte dei Boschi, ad oltre 1300m di altitudine. Segue una rilassante discesa che, tra maestosi castagneti, riporta in breve al punto di partenza.
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L'itinerario, piuttosto lungo e dal significativo dislivello, risulta tecnicamente alla portata di gran parte dei biker. Risale dapprima dolcemente la valle del fiume Reno e in seguito, su magnifica sterrata, le pendici meridionali del monte dei Boschi, proponendo amplissimi panorami sulla selvaggia valle del Randaragna.
Raggiunto il rifugio di monte Cavallo prosegue tra ombrose faggete e maestose abetaie in direzione di monte Piella, dalla cui sommità è possibile godere di uno spettacolare panorama sulla valle del Reno. Guadagnato in veloce discesa il fondovalle del rio Maggiore, prosegue toccando le borgate di Varano, Capanne, Lustrola ed in breve fa rientro al punto di partenza.
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Classificazione difficoltà IMBA: 2 (vedi dettaglio)
Itinerario di “andata e ritorno” che potrebbe simpaticamente configurarsi come una sorta di sfida sul piano atletico per biker anche poco esperti di tecnica ciclistica in fuoristrada. Prevede infatti la copertura di un elevato dislivello complessivo, su fondo però tecnicamente non impegnativo. Dal punto di vista ambientale si svolge nella porzione orientale dell’area Parco del Corno alle Scale, selvaggia, ricca di fascino e poco frequentata alle quote elevate. Prevede la risalita su asfalto della valle del Silla sino al borgo di Pianaccio, poi del rio Casellino sino al rifugio Segavecchia ed infine, su ampio stradello forestale, dell’aspra valle del torrente Causso. Raggiunta faticosamente la bella insellatura di Bocca del Lupo ridiscende il rio Baricello giungendo infine al passo della Donna Morta. Nei pressi l’omonimo rifugio, costruito come vuole la leggenda dove un tempo non lontano (1944) si trovava una casa mezza diroccata in cui cercatori di funghi rinvenirono il corpo di una donna morta da pochi giorni. Di qui il percorso segue l’itinerario di andata, consentendo ben presto di godere di una lunga e rigenerante discesa
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Avvio in veloce discesa dal celebre santuario della Madonna dell’Acero per questo itinerario che, tecnicamente facile e dal contenuto dislivello, vede nello straordinario contesto forestale in cui si svolge il principale motivo di interesse.
Grandi piante di abete bianco, douglasia, pino nero e maestose faggete accompagnano il biker che risale le pendici del monte La Nuda. Raggiunta l’ampia insellatura dei Bagnadori prosegue su un tratto dell’antica “Strada dei Signori”, importante mulattiera di collegamento tra le vallate del Sela (Silla) e del Dardagna, riportando alla fine in “picchiata” al Pian d’Ivo e al punto di partenza.
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Classificazione difficoltà IMBA: 2 (vedi dettaglio)
Itinerario “”point to point”, si svolge a cavallo del limite orientale del Parco, rappresentato dalle incisioni del rio Baricello e del torrente Silla. E’ senz’altro il più bello tra i percorsi affrontabili in sicurezza a bordo di un tandem. A fronte di difficoltà tecniche mediamente contenute richiede un elevato impegno atletico, necessario per superare gli oltre 1800m di dislivello complessivo in salita. Da Castelluccio risale le boscose pendici di monte Piella che propone uno spettacolare panorama sulla valle del Reno. Segue in direzione del rifugio di monte Cavallo, ove risulta conveniente sostare e riposare un poco. Su comoda strada forestale attraversa i versanti settentrionali dei monti Cavallo, Pianaccetto e Toccacielo giungendo al bel pianoro erboso dello Stellaio, in prossimità del quale imbocca un magnifico sentiero che in dolce risalita aggira il poggio della Piantata e conduce al Rombiciaio, crocevia di sentieri dominato da un vetusto e superbo esemplare di faggio.
Da qui, in breve e sconnessa discesa, il percorso guadagna lo stradello forestale che dirige in salita alla suggestiva insellatura di Bocca del lupo e in seguito discende lungamente al rifugio Segavecchia. Terminato lo sterrato la discesa si prolunga inebriante sin oltre l’abitato di Pianaccio, superato il quale non rimane che raggiungere Lizzano, ove l’itinerario ha termine.
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Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
Formidabile itinerario, contraddistinto dall’elevato dislivello e da rilevanti spunti di interesse storico e paesaggistico.
Da Castelluccio risale le pendici di monte Piella, guadagnandone la panoramica sommità tra imponenti foreste di faggio, pino nero, abete bianco e rosso. Segue dirigendosi alla testata della valle del Riomaggiore, insellatura compresa tra i monti Tresca e Cavallo; converrà a questo punto proseguire in piano per circa 1,5 km sino all’omonimo rifugio. Dopo la sosta si potrà rientrare sui propri passi ed in seguito imboccare il tracciato CAI 107, scorrevole pista forestale che taglia i ripidi e boscosi versanti settentrionali dei monti Cavallo, Pianaccetto e Toccacielo terminando sul bel pianoro erboso dello Stellaio. Aggirato in salita su splendido sentiero il poggio della Piantata, il percorso giunge al Rombiciaio, suggestivo incrocio di sentieri dominato da un vetusto ed imponente esemplare di faggio. Poco dopo entra in area Parco immettendosi sullo stradello forestale che in breve conduce al passo della Donna Morta (rifugio nelle vicinanze). Qui ha inizio la parte tecnicamente più interesante del percorso che, in località la Caffa, si porta sul crinale tra le selvagge valli del rio Baricello e del torrente Causso. Qualche breve passaggio in salita bici a mano prelude alla bella discesa che, oltre il rudere di Cà dei Cavaticci, diviene una sconnessa mulattiera. Tra piccoli appezzamenti di terreno un tempo faticosamente coltivati ed ora riconquistati dal bosco, essa conduce a Montecauto delle Alpi, borgo medioevale edificato su uno stretto ed aereo crinale. Il percorso segue ora l’antica mulattiera che, a tratti ottimamente conservata, scende al molino Squaglia presentando alcuni ripidi passaggi. Oltre il vecchio opificio risale il rio Baricello giungendo nei pressi del settecentesco santuario della Madonna del Faggio. Su comoda sterrata e poi su tranquilla strada asfaltata prosegue giungendo al borgo di Pennola, oltre il quale, in rilassante discesa, rientra in breve al punto di partenza.
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Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
Itinerarario di andata-ritorno, si configura come una sorte di sfida sul piano atletico per la maggior parte dei biker di medio livello che decideranno di affrontarlo. Dal borgo di Vidiciatico, lambito dai boschi del piano submontano, prevede infatti la lunga risalita al lago Scaffaiolo, incastonato in un suggestivo scenario di vette, praterie d’alta quota e splendide fioriture estive. In pratica un viaggio alla scoperta delle bellezze naturali offerte dall’alta valle del torrente Dardagna, percorsa praticamente per intero. Il dislivello complessivo, in vero significativo, non rende ancora giustizia all’impegno atletico richiesto per il superamento del tratto in forte salita che dall’alpeggio delle Malghe conduce al lago Scaffaiolo ed al celebre rifugio Duca degli Abruzzi.
Provare per credere ..
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Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
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