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Marzabotto_MonteMario_Toboga_Marzabotto MTB LA RUPE
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Min Elevation | 92 m |
Max Elevation | 408 m |
Total Elevation Gain | 919 m |
Total Elevation Loss | 919 m |
Max Speed | 59.04 km/hr |
Average Speed | 9.97 km/hr |
Total Distance | 34.47 km |
Total Time | 3h 27m 26s |
Way Points | 0 |
Track Points | 8155 |
Route Points | 0 |
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Il tracciato si percorre in senso antiorario. Procedere per la SS64 in direzione Porretta (seguire traccia GPS) e dopo poche centinaia di metri alla altezza di una casa di campagna prendere a SX e salire per la strada campestre. La salita continua alternando asfalto e tratti su erba o su terra. Si passa Iano e dopo un ultimo tratto molto ripido su asfalto si entra nel bosco di Medelana. Il tracciato diventa un single track di cross country e continua ancora in salita con tratti in falso piano. La variante prevede un diverso avvicinamento all'inizio della bionda ; il percorso e' un free ride con alcuni passaggi molto interessanti, divertenti e in alcuni punti anche impegnativi. Nella parte finale si inserisce proprio nel sentiero che segna l'inizio della bionda. Terminata la discesa per un tracciato di cross country si ritorna sulla SS64 e da qui a Sasso Marconi.
Partenza dal parcheggio Biagi, alla rotonda di Casalecchio (incrocio via Porrettana con Bazzanese e raccordo per la tangenziale). Si percorre la Porrettana (direzione Sasso Marconi) per 1,6 km e quindi si prende la strada sulla DX prima asfaltata poi in terra .
Si prosegue per la salita passando per i ruderi di una vecchia trattoria e poi fino a monte Capra (seguire traccia GPS).
Da qui inizia un primo tratto in discesa; attenzione alla traccia GPS, in quanto vi sono diverse varianti laterali che propongono interessanti passaggi free ride al posto della strada asfaltata.
In prossimita' di un bivio prendere per Tignano (DX); una volta sulla Via Tignano attenzione alla traccia per la deviazione a DX per una stradina in terra, in leggera salita.
Un interessante tratto di cross country (in discesa) misto a passaggi di free ride vi riporta a valle sulla strada Montemaggiore-Mongardino. Prendere a SX e procedere sull'asfalto per alcuni km . All'incrocio con Via Rasiglio procedere diritti . Dopo il ponte sulla DX prendere via S.Anna. Proseguire per via S.Anna, dopo alcune centinaia di metri (seguire traccia GPS) prendere una strada sulla DX ; inizia salita molto ripida che vi porta verso Rasiglio (non si passa per il paese).
Seguendo sempre la traccia GPS arrivate all'inizio della discesa di S.Anna; una veloce e divertente discesa nel bosco con guado finale. Arrivati sull'asfalto, si ripercorre Via S.Anna (se non c'e' troppa acqua, il torrente e' percorribile per un buon tratto in bici) e poi la strada Mongardino-Montemaggiore.
Prima del ponte sul Lavino, che porterebbe a Calderino si puo' prendere la strada in terra a DX che costeggia il fiume. Un altro tratto di asfalto e poi un altro sentiero (sulla SX della Via Gesso), che costeggia il Lavino.
In prossimita' di Zola, per una ciclabile si ritorna a Casalecchio.
Da Bologna prendere la Via Emilia direzione S.Lazzaro. Prima di arrivare a S. Lazzaro, alla rotonda (in prossimita' del Parco dei Cedri), prendere in direzione di Via Bellaria. Da qui procedere per Via Iussi in direzione Farneto/Lago dei Castori . Via Iussi diventa la SS 36.
Arrivati alla frazione Botteghino di Zocca, procedere fino al bivio con via Donini; E' possibile utilizzare il parcheggio del bar.
Descrizione: Prendere la SS36 direzione Lago dei Castori e dopo pochi metri la strada a DX (seguire traccia GPS). La prima parte e' un percorso in salita non troppo pesante, su asfalto all'inizio, poi su strada bianca.
Si rientra sull'asfalto in prossimita' di Zena. Si continua per Via del Querceto e poi seguendo il GPS, si procede per un tracciato freeride con una bella discesa che vi riporta a valle sulla Via Ca di Lavacchio. Prendere a DX e procedere fino alla via Prati delle Donne (a SX); una dura ma non troppo lunga salita, vi riporta in quota.
Attenzione alla traccia GPS per prendere il sentiero sulla SX ; la discesa nel bosco e' un tracciato di DH molto bello e abbastanza impegnativo (i salti artificiali si possono bypassare) specie se il terreno e' bagnato.
Si arriva di nuovo in Via Cà di Lavacchio . Da qui si procede per Zena (a DX). Da Zena ci si riporta verso via del Querceto fino ad incontrare la strada dell'andata.
Arrivati alla sommita' della strada bianca si prende la strada sulla SX (in salita per qualche centinaia di metri) per arrivare al Botteghino di Zocca attraverso un percorso alternativo rispetto all'andata.
Nel tracciato GPS e' riportata una variante sul percorso classico.
Arrivati a Fanano prendere la strada Comunale Ospitale (sulla SX) direzione Ospitale. Al termine della discesa si incontra la localita' Tre Ponti ; parcheggiare a lato strada.
Ripercorrere l'ultimo tratto di discesa (in salita) seguendo la traccia del GPS.
Il percorso e' un anello che dopo un primo tratto di asfalto entra nel bosco e alterna tratti di cross country a tratti free ride quasi mai troppo impegnativi.
Da segnalare un pesante tratto in salita (bici in spalla) prima di arrivare al Lago Pratignano.
La sosta al Rifugio Tassoni e' d'obbligo anche perche' circa a meta' percorso e subito prima dell'ultima pesante salita.
Dopo il Lago Pratignano un veloce sterrato riporta ai Tre Ponti.
Fate attenzione alla traccia GPS in quanto indica, per gli amanti del free ride, interessanti tagli della strada bianca .
Proposta del CicloCAI di Bologna.
Dalla stazione di Pracchia si parte in bici per Orsigna, poi verso case Corrieri si percorre la strada forestale fino alla fine della strada sterrata, dove si incrocia il sentiero CAI 35 che sale ripidamente e quindi bisogna spingere la bici per circa 20 minuti.
Arrivo al rifugio di Porto Franca (m.1580) con sosta per riprendersi. Si continua per il sentiero CAI 5 nel bosco fino ad incrocio sentiero CAI 111 che porta a Passo del lupo, sempre su buon sentiero per MTB per un tratto di circa 1 km.
A passo del Lupo (m. 1481 ) si prende il sentiero forestale per il Rombiciaio, segnato con cartelli marrone MTB 6, dal Rombiciaio (m.1395) si continua sul sentiero CAI 101 fino a Pian dello Stellaio, poi sempre seguendo il 101 (qui ci sono tratti impegnativi dove e' consigliabile scendere) si costeggia Monte Cavallo fino a raccordarsi con la strada sterrata che porta al rifugio di Monte Cavallo (m.1283). Sosta al rifugio.
Dal rifugio si puo' scendere per il sentiero CAI 103 in direzione di Granaglione, quasi sempre su strada forestale tra Monte dei Boschi e Monte dei Prati Al bivio del sentiero CAI 103 per Monte di Granaglione, si continua in discesa per la strada sterrata fino a Borgata Poggiolo, poi da Granaglione verso Lustrola, Borgo Capanne sempre giu' su un tratto in asfalto fino a Porretta, dove si arriva in stazione.
Dal Parco dei Cedri di San Lazzaro si percorre la pista ciclabile attraverso il Parco della Resistenza , Pontebuco, le Mura di San Carlo, Palazzetti di Sopra, Pizzocalvo.
Su sterrato si segue la riva sx dell'Idice fino alla fine della pista ciclabile a Noce. Si torna indietro per circa 1 Km fino a Mercatale. Su asfalto si prende la salita per Settefonti (sosta al campanile), proseguendo fino al Centro visita del Parco di Villa Torre, di fronte alla Dulcamara.
Si segue via del Pilastrino in discesa su sterrato fino a Piombarola su sentiero CAI 801: tratto su crinale con vista sui calanchi di rio Calvane, tratto fangoso fino a Castel de' Britti, per via Graziana.
Si attraversa la fondovalle Idice SPBO7 e per campi si segue la dx del torrente Idice su sentiero CAI 801 fino a Pizzocalvo , con riattraversamento dell'Idice su ponte in asfalto.
Si perviene su Via di Gaibola in salita impegnativa su asfalto, primo tratto su sentiero CAI 806-806 T su sterrato. Incrocio a sx con via dell'Eremo, sempre in salita fino al tratto di crinale con vista panoramica sui calanchi di rio Maleto. Da qui per sentiero CAI 831 e 817 in discesa su sterrato fino in val di Zena. Fondovalle Zena fino al Botteghino di Zocca (possibilità di sosta).
Ritorno: dal Botteghino di Zocca su strada asfaltata per fondovalle Zena fino al Parco della Resistenza di San Lazzaro, quindi ritornando nel Parco dei Cedri. Per giro lungo: a fianco del Botteghino si prende la strada asfaltata per Pianoro, in salita per 4 Km con vista su rio di Monazzano fino ad incrocio sulla dx con sentiero CAI 821 su sterrato, percorrendo il tratto di nudo crinale di calanchi tra Pianoro e Rastignano Si prosegue fino ad incrocio con sentiero CAI 819 e 817.
Da qui ripida salita a piedi fino a Monte Calvo, passando a fianco di Ca' Beccaceci. Dalla cima di Monte Calvo si riprende in sella sulla bici, in asfalto fino ad incrociare la chiesa omonima e poi in discesa verso San Lazzaro passando nel Parco lungo Savena, fino al Parco dei Cedri.
Se c'e' troppo fango si taglia su strada asfaltata.
Under Construction
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
06BO Laghi di Suviana e BrasimoneAlte valli del Savena, Setta e LimentraParco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, Alto Carigiola, Alta Valle del Santerno, Passo della Raticosa Dal Lago di Suviana al Passo della Raticosa Barberino di Mugello, Camugnano, Cantagallo, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Firenzuola, San Benedetto Val di Sambro, Vernio, Lago di Suviana, Lago Brasimone, Passo della Raticosa, Passo della Futa, Lago di Castel dell'Alpi |
Il percorso conduce alla scoperta del parco tra le valli del Zena e dell'Idice.
Il percorso è descritto in senso orario.
Si parte da Casa Fantini, nei pressi della Grotta del Farneto, e si percorre via Jussi in direzione San Lazzaro.
Seguite la strada, costeggiando l'agglomerato di Mura San Carlo. Arrivati in via Seminario, imboccatela e passerete quindi davanti a Villa San Camillo.
Proseguendo, si passa da Pizzocalvo, dove potete visitare la chiesetta di Madonna di Pizzocalvo.
Proseguendo verso sud, incontrate via Gaibola che, dopo una faticosa salita, vi porta a Casa Gaibola, dalla quale si ammira la dolina omonima. Da qui il percorso prosegue su sterrato; all'incrocio con via dell' Eremo, prendete a destra e poco dopo siete tornati al punto di partenza.
L'itinerario segue parte della futura pista ciclo-pedonale Lungo Reno.
Si parte dalla stazione di Lama di Reno (*), si costeggia il bosco fino alla pieve di San Lorenzo di Panico. La chiesa è uno dei migliori esempi di architettura romanica dell'Appennino bolognese.
Proseguite verso sud, oltrepassate un piccolo cimitero, si raggiunge via Ronzano e imboccate un ripido viottolo seminascosto sulla destra. Da qui si scende fino ad un suggestivo ponte sul Reno.
Poco dopo raggiungete la SS 64 Porrettana; fate attenzione perchè è una strada molto frequentata. Prendete a sinistra e entrate nel centro abitato di Marzabotto. In paese girate su via Matteotti, verso la stazione, prendete il sottopasso e giungete di nuovo in prossimità del fiume Reno.
Seguite il percorso del fiume verso sud fino ad arrivare a Pian di Venola; qui attraversate un ponte per cambiare sponda e raggiungete il piccolo borgo di Sperticano.
Per il ritorno potete ripercorrere il tragitto dell'andata oppure prendere il treno dalla stazione di Marzabotto.
(*) Sul sito trenitalia.com trovate gli orari dei treni con trasporto biciclette.
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
04BO Parco Storico di Monte SoleMedie valli del Savena e del Reno e valli del Sambro e SettaTerre degli Etruschi, Kainua, Rupe di Calvenzano e Tavernola |
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
04BO Parco Storico di Monte SoleMedie valli del Savena e del Reno e valli del Sambro e SettaTerre degli Etruschi, Kainua, Rupe di Calvenzano e Tavernola |
Coming soon
Questa escursione si sviluppa prevalentemente sul fondovalle dell'Idice e offre vari elementi di interesse geologico, botanico, storico e paesaggistico.
Si parte da Casa Fantini in direzione San Lazzaro, poi via Seminario e via Galletta. Da via Palazzetti seguite la ciclabile che vi porta in via Fondè; superate il ponte sullo Zena, salite all'incrocio e prendete via Pizzocalvo. Oltre il ponte sull'Idice sulla destra trovate il sentiero che risale per un bel pezzo il fiume (CAI 801).
Mantenetevi sul sentiero che procede verso sud. in corrispondenza di via Abbadia potreste fare una breve deviazione per vedere l'antica abbazia camaldolese di San Michele (in seguito residenza della famiglia Berti Pichat).
Seguendo nuovamente il fiume, arrivate ad un bivio che porta verso Castel de' Britti. Proseguite costeggiando il fiume (CAI 801D); dopo circa 1 km. trovate una passerella pedonale, qui attraversate il fiume. Risalite quindi l'altra sponda fino all'incrocio con via Pizzocalvo; qui girate a sinistra e tornate verso Casa Fantini per il percorso già fatto all'andata.
Il percorso proposto parte dalla località Farneto; prendete la SP36 verso sud, che risale il Zena.
Dopo Botteghino di Zocca arrivate in località Zena; da qui girate a destra, in direzione di Zula.
Al bivio di Crocione si lascia la strada principale e procedete in direzione sud, via del Querceto.
Dopo Querceto di Gorgognano raggiungete il nucleo di Casola e prodeguite per la sterrata di via Bortignano.
Fiancheggiate il fianco nord di Monte Rosso, potrete ammirare dall'alto il convento di S.Maria di Bortignano.
Proseguite e poco dopo sarete a Livergnano. Da qui imboccate via dei Gruppi e arrivate al fondovalle del Savena, girando a sinistra (verso sud) quando incontrate il fiume.
All'incrocio prendete per Monzuno; da qui proseguite verso località La Torre e raggiungete la SP325 Val di Setta; imboccate via Gardeletta e poco dopo via Quercia; Dopo il borgo de La Quercia, rimanendo sulla stessa via, raggiungerete il crinale.
Da qui potete proseguire per Pioppe di Salvaro, dalla cui stazione è eventualmente possibile prendere un treno con trasporto bici che vi porterà in stazione a Bologna. Consultate trenitalia.com per gli orari e la verifica del trasporto bici.
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
04BO Parco Storico di Monte SoleMedie valli del Savena e del Reno e valli del Sambro e SettaTerre degli Etruschi, Kainua, Rupe di Calvenzano e Tavernola |
Il percorso ci permette di osservare alcune opere ingegneristiche connesse alla necessità di produrre energia secondo criteri innovativi e sostenibili.
Se ci si ritrova a percorrere la statale 324 nel tratto che da Silla porta a Lizzano in Belvedere si incontra, poco prima di arrivare a Lizzano, una strada a sinistra che porta a Panigale di sotto, piccola borgata industriale dove gli antichi opifici coesistono a fianco di fabbriche moderne. L'area industriale in questione è molto antica: lo si deve al fatto che le impetuose acque corrento del Torrente Silla sono state utilizzate da tempo immemore al fine di sfruttarne la forza per trasportare legname, azionare magli, muovere ruote, ecc.
A partire dalla metà dell'ottocento, si insediarono nell'alto Appennino bolognese, naturalmente in posizione strategica lungo i corsi d'acqua, molte società forgere.
A Panigale è possibile vederne due (Lenzi e Assaloni) e il complesso di edifici secondari storicamente connessi all'attività delle "magone", così erano definite in loco le ferriere. Seguendo il canale a tratti scoperto e a tratti interrato, vero e proprio asse attorno al quale si è sviluppata l'intera area, fino alla briglia che capta l'acqua del torrente. Il canale conduce l'acqua alle due ferriere ed alimenta il sistema di vasche di uno stabilimento ittiogeno (allevamento di trote fario a fini di ripopolamento dell'ittiofauna autoctona) e ci permette di affacciarci su un bel tratto di bosco ripario di pioppi neri e bianchi, salici e ontani.
Proseguendo nel nostro itinerario, poco dopo il cartello che ci indica che siamo entrati nel paese di Lizzano, imbocchiamo la stradina sulla sinistra che porta a Pianaccio e Monteacuto. Seguiamo le indicazioni per Porchia, vi conduce una strada stretta, a meno di un chilometro dopo il bivio. Qui incontriamo il nuovo Torrente Silla, quello stesso affluente del Fiume Reno che alimentava il canale di Panigale. A Porchia è presente un laghetto di pesca sportiva dove si possono pescare trote fario e salmerini (salmonidi di origine nordamericana di cui a Lizzano esiste un allevamento , presidio Slow Food). Il sentiero CAI 147/A conduce a Lizzano passando a breve distanza dalla strada; da Casale s'affaccia sulla valle del Silla e poi, dopo aver attraversato un bosco misto e un'abetina a fianco del vecchio Hotel Piastrella, arriva in paese. Proseguendo lungo la statale in direzione Vidiciatico, incontriamo la centrale di teleriscaldamento a biomasse forestali. Da Vidiciatico seguiamo le indicazioni per Gaggio Montano e poi per Farnè, piccolo borgo in arenaria locale, dai tetti coperti a "piagne" (lastre d'arenaria grigia scura che fanno da tegole). Dalla piazza di Farnè si raggiunge Chiesina; alla sinistra del prato che fronteggia l'elegante chiesina cinquecentesca si imbocca la strada bianca che in breve conduce alla centralina idroelettrica di Farnè.
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
01BO Colline di San LucaBolognaValli dell'Idice, Zena, Savena, Navile, Reno e Lavino Da Zola Predosa a Ozzano Emilia, da Bologna a Monte Sole Aree Protette dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, Colline di San Luca e Contrafforte Pliocenico |
Il “percorso delle Punte” consente di aggirare l’Oasi di Punta Alberete in bicicletta, altrimenti accessibile solo a piedi. L’ itinerario è particolarmente suggestivo perché si svolge alle soglie dell’area protetta, delimitata soltanto da un fosso per il controllo delle acque, e offre quindi la possibilità di ammirare da vicino la fauna e la flora dell’Oasi. Si tratta di un percorso su strada sterrata chiusa al traffico, adatto a tutti e di grande impatto soprattutto al tramonto
L'itinerario parte da Casa Quattrocchi lungo via delle Valli, raggiungibile da Marina Romea seguendo l’argine destro del fiume Lamone. Da qui seguite le indicazioni del percorso n° 3 che passa sotto al ponte e proseguite lungo la strada bianca che costeggia l’argine del Lamone, lasciando sulla sinistra la zona umida di Punte Alberete.
All’indicazione, nei pressi di una chiusa per il controllo delle acque, svoltate a sinistra e seguite il sentiero che costeggia l'Oasi fino a raggiungere uno specchio d’acqua, dove altre indicazioni guidano all’ingresso pedonale dell’Oasi. A questo punto il percorso 3 termina, ma se volete ritornare evitando il giro a ritroso, attraversate con prudenza la strada statale 309 e imboccate lo stradello che porta alla Cà Vecchia (fontana d’acqua potabile). Da qui seguite le indicazioni del sentiero 2 verso nord (sulla sinistra). Questo bellissimo sentiero nel fresco della pineta di S. Vitale conduce a un ponticello, oltre il quale, svoltando a destra, si arriva di nuovo a Casa Quattrocchi.
Breve anello, suggestivo e dal contenuto dislivello, si svolge per intero nel fitto dei boschi che ammantano i freschi versanti settentrionali del monte La Nuda. Prevede la risalita all’ampia insellatura dei Bagnadori, un successivo lungo traverso sul tratto dell’antica “Strada dei Signori” che giunge a Maestà d’Ivo ed infine una interessante discesa lungo il tracciato (mulattiera/sentiero) che un tempo conduceva i pellegrini al santuario della Madonna dell’Acero.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
Il percorso si svolge per intero entro i confini del Parco del Frignano, in territorio modenese, questo bellissimo itinerario dal contenuto dislivello. Dal piccolo borgo di Ospitale esso risale allo storico rifugio Capanna Tassone seguendo poi su magnifica forestale (brevi tratti in salita ripidi e tecnici) in direzione del passo del Colombino. Poco oltre il piccolo rifugio di Villa Rosella imbocca il sentiero CAI 419 in direzione di Mirandola (antico nucleo abitato oggi abbandonato), seguendo una tra le più belle discese in single track presentate nella guida. Assolutamente da non perdere!
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
Itinerario molto interessante che da La Cà risale dolcemente la valle del torrente Dardagna. Oltre il ponte sul rio Ri prosegue su pendenze gradualmente crescenti conducendo tra maestose faggete ed abetaie al Pian d’Ivo, nelle immediate vicinanze del santuario della Madonna dell’Acero. Lasciato a questo punto l’asfalto prosegue verso E sull’antica “Strada dei Signori”, importante mulattiera che si inoltra tra le fresche e boscose pendici settentrionali del monte La Nuda. Oltre l’ampia insellatura dei Bagnadori segue su comoda sterrata per il passo di Saltiolo e Croce dei Colli, fascinoso e panoramico pianoro. Ha qui inizio un divertente sentiero che, a tratti ripido e tecnico, discende la valle del rio Bedolla, appartata e selvaggia, riportando infine a La Cà ed al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
L’itinerario si svolge per intero sulle pendici dei monti Gorgolesco e Belvedere, segnate dall’alternanza di prati-pascoli e superfici boscate, spesso resinose di impianto artificiale. Da Vidiciatico, punto di partenza, si raggiungono in sequenza Querciola, Gabba e Gaggio Montano, dove ha inizio la salita in direzione della chiesa di Ronchidoso, dedicata agli emigranti. Qui il percorso, a tratti ripido ed irregolare, segue su fondo sterrato il crinale che conduce a monte Gorgolesco e alla vetta di monte Belvedere, sede di un antico castello (ruderi) e di cruenti combattimenti nel corso del secondo conflitto mondiale (monumento e targa a ricordo). Prospettive defilate sulle giogaie appenniniche comprese tra i monti Cimone e Corno alle Scale consentono di godere a questo punto di amplissimi panorami. L’itinerario termina con una veloce discesa su Querciola, da cui in breve fa rientro al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
Itinerario defilato rispetto all’area Parco, si svolge per intero al di fuori del suo perimetro, sulle pendici dei monti Belvedere e Gorgolesco. Propone amplissimi panorami sui massicci montuosi del Corno alle Scale e del Cimone, soddisfando dal punto di vista tecnico il biker esigente.
Da Vidiciatico raggiunge Querciola per il valico della Masera, risalendo poi per Calcinara al crinale di monte Belvedere, la cui vetta si guadagna al termine di una serie di strappi sterrati che tolgono letteralmente il fiato. Trattasi della principale elevazione dello spartiacque tra Reno e Panaro, eccezionale punto panoramico e al contempo posizione strategica già sede di un castello medioevale (ruderi) e caposaldo importante della Linea Gotica tedesca, attaccato ripetutamente da americani e partigiani nel corso dell’inverno 1945 (monumento e targa a ricordo, resti di buche, trincee e rifugi). Dalla cima, attraverso lo stradello forestale che segue il crinale di monte Gorgolesco, il percorso giunge tra i boschi alla chiesa di Ronchidoso, dedicata agli emigranti. Prosegue poi su sterrata in direzione W sino a risalire brevemente in località il Lago, dove ha inizio una interessante discesa su sterrato che, a tratti irregolare e rovinato, si rivela alla fine piuttosto tecnico e divertente. Essa termina presso il centro aziendale della Sorba, cui segue l’immissione sulla sterrata che in breve conduce a Montorso. Da qui il rientro a Vidiciatico avviene per Rocca Corneta, su comoda e panoramica strada asfaltata.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
Itinerario vario e ricco di spunti storici e paesaggistici, prevede una prima rilassante frazione su asfalto ed una seconda che invece si svolge su strade forestali, mulattiere e sentieri in contesti forestali di pregio.
Da Porchia, sede della più antica ferriera del bolognese, il percorso scende dapprima a Panigale, nucleo abitato centrato su due antichi mulini trasformati in ferriere nel corso del secolo XIX. Raggiunto in salita Castelluccio, suggestivo borgo di origine medioevale posto su un panoramico crinale, la strada si impenna divenendo, oltre il vivaio di Castelluccio, una bella pista forestale. Guadagnata senza troppa fatica la vetta del monte Piella è possibile godere di uno spettacolare panorama sulla valle del Reno. L’itinerario procede ora in discesa, imboccando in località Faggia del Chiodo uno stradello/mulattiera che aggirando le pendici del monte Tresca conduce (tra fitti boschi di faggio, abete e castagno) al borgo ottimamente conservato di Tresana. Da qui si raggiungono Pennola e Mulino di Tognarino, altra graziosa borgata ove ha inizio una coinvolgente discesa su sentiero a tratti tecnico che riporta a Porchia regalando emozioni.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettagli)
Itinerario proposto anche in versione “reverse”, nella variante in oggetto guadagna un punto in difficoltà tecnica prevedendo, questa volta in salita, il superamento del ripido tratto sterrato che separa il rifugio Segavecchia da Serra di Piantade: fanno 320m di dislivello in poco più di 2km e 14 tornanti... roba da fiaccare le gambe e la schiena dei biker meno allenati, non abituati a “sentire” l’aderenza dei pneumatici sul fondo sdrucciolevole. Al contrario, il biker preparato avrà avuto modo di scaldare a dovere il “motore” risalendo da Lizzano e per Pianaccio la fresca vallata del torrente Silla. Raggiunta la Sboccata dei Bagnadori il percorso discende su ampia sterrata al ponte sul rio Ri, immettendosi sulla strada asfaltata che in breve conduce a La Cà, a Vidiciatico e, attraverso la via Panoramica, al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
Splendido itinerario, completo dal punto di vista tecnico e paesaggistico, tocca numerose località di grande interesse, svolgendosi per buona parte su magnifici sentieri e mulattiere. Da Porchia risale a Monteacuto delle Alpi, caratteristico borgo medioevale arroccato sul crinale che separa le valli del torrente Silla e del rio Baricello. Discende poi per mulattiera (tratti tecnici) al molino Squaglia e attraverso il solitario santuario della Madonna del Faggio prosegue per Pennola risalendo tra maestose foreste di faggio e abete bianco al monte Piella, straordinario balcone panoramico con affaccio sulla valle del Reno. Raggiunta in discesa, su comoda forestale, la località Faggia del Chiodo, il percorso segue su mulattiera alle pendici del monte Tresca giungendo (tra fitte foreste di faggio, abete e castagno) al borgo ottimamente conservato di Tresana. Da qui, per il molino di Tognarino e su emozionante single track (tratti tecnici) fa infine rientro al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettagli)
Itinerario decisamente consigliabile, si svolge per intero nel fitto dei boschi che ammantano i rilievi orientali del Parco. Da Monteacuto delle Alpi discende sul torrente Silla, oltrepassato il quale ha inizio una lunga risalita che, su fondo asfaltato, giunge a Pianaccio e quindi al rifugio Segavecchia. Su ampia forestale sterrata guadagna faticosamente la suggestiva insellatura di Bocca del lupo, oltre la quale prosegue in direzione del passo della Donna Morta (rifugio nei pressi), ove imbocca un interessante sentiero che presenta difficoltà discontinue e costringe in loc. la Caffa a qualche breve tratto bici a mano. Oltre il suggestivo rudere di Cà dei Cavaticci, la mulattiera segue in vivace discesa tra vecchi muri a secco che delimitano piccoli appezzamenti di terreno un tempo faticosamente coltivati ed oggi riconquistati dal bosco. Raggiunto in picchiata il borgo di le Tegge fa in breve rientro a Monteacuto.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
L'escursione si svolge all'interno degli ambienti palustri presenti tra il mare e la campagna ravennate.
Attraverso le zone umide di rilevanza internazionale visitiamo i due luoghi garibaldini per eccellenza di questa zona:
Il capanno Garibaldi dove l'eroe dei due mondi passo la notte tra il 6 e il 7 Agosto del 1849.
Casa Guiccioli dove la morì moglie Anita Garibaldi
Attraverso argini e dossi della Piallassa Baiona entriamo nella Pineta S.Vitale, dove è facile incrociare molti amanti di attività all'aria aperta, poi attraversiamo la prateria allagata del Bardello e, dopo aver costeggiato l'oasi di Punte Alberete attraversiamo la Valle Mandriole fino alla nostra metà.
Itinerario ad “otto incrociato”, composto da due interessantissimi anelli collegati tra loro dallo stretto spartiacque che collega il monte Cavallo al monte dei Boschi. Il dislivello impegnativo e gli oltre 38 km di lunghezza ne consigliano la scelta da parte di biker abituati a passare in sella diverse ore.
La partenza è fissata a Castelluccio, suggestivo borgo medioevale, ed il primo obiettivo la vetta eccezionalmente panoramica di monte Piella, raggiunta attraverso rigogliose foreste di faggio, pino nero, abete bianco e rosso. Lo step successivo conduce su ampia sterrata al caratteristico rifugio di monte Cavallo. Da qui il percorso prosegue in direzione del monte di Granaglione, la cui tondeggiante sommità, ricoperta da fustaie di pino nero e abete bianco, viene elegantemente aggirata da uno stradello forestale che presenta un fondo a tratti formato da caratteristiche lastre di roccia. Giunto a Croce del Cigno (dal latino cingùlum, ripiano di roccia che sporge sulla parete del monte), luogo in cui sorgeva un monastero di antichissimi monaci di cui è persa ogni traccia, l’itinerario propone uno splendido affaccio sulla valle del fiume Reno e sulla bella borgata di Granaglione, raggiunta attraverso una tortuosa discesa sterrata che corre dapprima tra boschi di pino nero e silvestre ed in seguito tra maestosi castagneti che giungono a lambire l’abitato. Da Granaglione l’itinerario prosegue risalendo dapprima dolcemente la valle del fiume Reno e in seguito, su magnifica sterrata, le pendici meridionali del monte dei Boschi, proponendo amplissimi panorami sulla selvaggia valle del Randaragna. Superato il rifugio di monte Cavallo il percorso si porta all’insellatura compresa tra il monte Cavallo e il monte Tresca, proseguendo verso N in direzione di Faggia del Chiodo, località raggiunta in discesa su sentiero a tratti ripido e tecnico. Segue su stradello/mulattiera che aggirando verso W le pendici del monte Tresca conduce tra boschi di faggio, abete e castagno a Tresana, tipico borgo montano ottimamente conservato. Di qui in breve si giunge a Pennola, discendendo poi in completo relax a Castelluccio.
Classificazione difficoltà IMBA: 3 (vedi dettaglio)
Itinerario breve, dal dislivello contenuto, si svolge a ridosso dell’abitato di Vidiciatico, alle pendici dei monti Pizzo e Grande, presentando impegnativi e coinvolgenti tratti in discesa su single track.
Dalla piazza del paese, punto di partenza, risale su asfalto in direzione di Budiara, proseguendo sulla bella strada forestale che tra ombrose faggete conduce a monte Pizzo (parco avventura e bar ristorante). Dalla vetta, raggiunta da un vecchio impianto a fune dismesso, è possibile godere di un eccezionale panorama su Lizzano in Belvedere e sull’intera vallata del torrente Silla. Da qui l’itinerario sale ripidamente ad una piccola cappella, discendendo poi su sentiero a Bocca delle Tese, panoramica insellatura con bel panorama sull’alto crinale dell’Uccelliera. Prosegue nuovamente in direzione di Budiara, giungendo a traversare belle praterie un tempo utilizzate per la pratica dello sci.
Poco sopra l’edificio (ex rifugio, oggi trattoria), segue immettendosi su sentiero CAI 127a che, superato il rio delle Polle, discende verso Vidiciatico dispensando forti emozioni agli amanti del single track e della forza di gravità. Raggiunto l’asfalto all’incrocio con il tracciato CAI 127, fa in breve rientro al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
L’itinerario si svolge per intero in territorio modenese, entro i confini del Parco del Frignano. Risulta breve ma particolarmente “intenso”. Decisamente consigliabile. Dal piccolo borgo di Ospitale risale allo storico rifugio Capanna Tassone, seguendo poi su magnifica forestale in direzione del passo della Riva. Nel punto in cui la strada traversa il fosso del Gian Matteo (wp60) si immette in discesa su sentiero CAI 411, tratto dell’antica via Romea Nonantolana che i pellegrini percorrevano nel medioevo a piedi, a cavallo o a dorso d’asino diretti alla capitale della cristianità. Su viva pendenza il tracciato si porta sul fosso della Scaffa, ove il fondo diviene roccioso e tecnicamente difficile. I passaggi risultano obbligati e le difficoltà sostenute sino al ponte sul rio Ospitale, oltre il quale la pendenza degrada. Tra il ponte e Ca di Cecchino si percorre il tratto più antico e meglio conservato dell’antico tracciato, bordato da muretti a secco e ancora solidamente “pavimentato” come nell’ottavo secolo (significative le sollecitazioni sopportate dalla bici e dalle braccia del pilota..). Il borgo risulta di particolare interesse soprattutto per i camini rotondi, elemento architettonico caratteristico della sola valle dell’Ospitale, un tempo val di Lamola. L’origine risalirebbe ad un rito praticato dai Liguri Friniati, tra i primi abitanti di queste terre, che decapitavano i nemici uccisi in battaglia nella convinzione che la forza del guerriero risiedesse nella testa e potesse proteggere i vincitori dagli spiriti maligni. I crani venivano innalzati sulle lance ed esposti dinnanzi alle case. Decaduta questa tradizione guerresca, le teste tagliate furono sostituite dai camini tondi e dalla “pigna”, sasso cilindrico o a forma di sfera apposto sugli stessi. Superata Ca di Cecchino il percorso prosegue in veloce discesa su fondo prevalentemente sterrato in direzione del borgo di Case Pallai, oltre il quale si fa in breve rientro ad Ospitale.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario breve ma assai vario quanto ad ambienti attraversati, prevede la risalita della valle del torrente Dardagna da La Ca e per Poggiolforato, tranquillo borgo montano sorto su un pianoro affacciato all’aspro contrafforte dei monti della Riva. Oltre l’abitato il percorso segue lungamente un tranquillo stradello sterrato e finisce per lasciare il fondovalle risalendo tra belle fustaie di abete bianco a Madonna dell’Acero, ove sorge l’omonimo e frequentato santuario. Da qui risale brevemente al Pian d’Ivo e prosegue su un tratto dell’antica “Strada dei Signori” attraverso i freschi versanti settentrionali del monte La Nuda. Oltre l’ampia insellatura dei Bagnadori raggiunge il passo di Salitolo ed il panoramico pianoro di Croce dei Colli, da cui ampie prospettive si aprono verso N e sul massiccio della Nuda. Ha qui inizio una interessante ed apprezzata discesa che su single track dal fondo sterrato e in seguito su mulattiera conduce a Ca Gabrielli, nei pressi de La Ca. Si tratta di un tracciato in alcuni punti impegnativo per via del fondo roccioso ed irregolare, che finirà per esaltare le doti di guida dei biker più tecnici.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Bell’itinerario, dalle difficoltà tecniche discontinue, concentrate essenzialmente in un paio di interessanti e poco frequentate discese in single track. Da Castelluccio, borgo medioevale disteso su un panoramico crinale, prevede dapprima la risalita al rifugio di monte Cavallo, in gran parte su ampia sterrata che percorre ambienti forestali di pregio. Ombrose faggete, intervallate a riusciti rimboschimenti di abete bianco e pino nero, rendono magica l’atmosfera dei luoghi, profumando l’aria. Raggiunto il caratteristico edificio, affacciato sulla selvaggia e boscosa valle del Randaragna, il percorso segue guadagnando la suggestiva insellatura posta tra il monte Cavallo ed il monte Tresca, in direzione del quale segue su sentiero dapprima in mezzacosta ed in seguito in vivace discesa, a tratti ripida e tecnica. In località Faggia del Chiodo si immette su ampia sterrata, risalendo tra pinete ed abetaie alla vetta del monte Piella, eccezionale balcone panoramico affacciato sulla valle del Reno. Ha qui inizio una divertente discesa che in gran parte su single track giunge tra qualche difficoltà a Terzo ed in breve riporta a Castelluccio
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio).
Itinerario impegnativo per dislivello e difficoltà tecniche, si svolge ad una quota media elevata e si presta pertanto ad essere percorso in stagioni propizie (maggio-ottobre) e in condizioni di tempo buono.
Da Madonna dell’Acero, piccolo insediamento affacciato sull’aspro contrafforte dei monti della Riva (santuario e museo del Parco nelle vicinanze), risale su asfalto al lago del Cavone (bar, ristorante), tra belle vedute sul versante settentrionale del Corno alle Scale. Prosegue su ampia sterrata che supera il limite del bosco e nei pressi dell’alpeggio delle Malghe si inerpica in direzione del lago Scaffaiolo, raggiunto a fatica dal biker dopo una serie di durissime rampe. L’ambiente è grandioso ed il panorama vastissimo. Nei pressi sorge il celebre rifugio Duca degli Abruzzi, il primo di tutta la catena dell’Appennino settentrionale, più volte ricostruito.
Bordeggiando il leggendario specchio d’acqua, incastonato in una conca naturale (in un’opera poco nota del Boccaccio: De Montibus, silvis, fontibus et fluminibus, apparsa a Firenze nel 1598, si narra che muovendo le sue acque gettandovi una pietra subitamente si scatena una furiosa tempesta..), il percorso guadagna il crinale che conduce dapprima al passo della Calanca e in seguito al passo di Croce Arcana, importante valico tra Emilia e Toscana. Da qui discende verso N al margine della carrozzabile, raggiungendo il limite del bosco e proseguendo (wp69) su sentiero che diviene ben presto ripido e tortuoso. Giunto su bella ed ampia forestale, prosegue in salita in direzione del passo della Riva, preceduto da un breve tratto su sentiero ripido e tecnico. Subito dopo abbandona il crinale discendendo il versante orientale del Cinghio Sermidiano, su pendenze e difficoltà gradualmente crescenti. Raggiunto e oltrepassato il vivace torrente Dardagna, l’itinerario prosegue in alterni saliscendi tra belle foreste di faggio e ustaie di abete bianco, giungendo infine a Madonna ell’Acero, ove l’anello si chiude.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Ampio anello che si svolge a cavallo dei confini dell’area Parco, a quote relativamente contenute e in contesti ambientali che variano continuamente. Da Vidiciatico risale su asfalto a Budiara, seguendo poi su ampia forestale sino alla vetta del monte Pizzo, raggiunta tra belle faggete. Nell’area è presente un parco avventura assai frequentato durante i mesi estivi, mentre sulla sommità del monte è attivo un servizio di bar-ristorante. Da qui è possibile godere di amplissimi panorami su Lizzano in Belvedere e sull’intera valle del Silla. Il percorso prosegue in direzione di Bocca delle Tese, ampio pianoro erboso con visuale aperta sull’alto crinale dei monti dell’Uccelliera, risalendo in seguito il versante settentrionale del monte Grande (brevi tratti bici a mano) al margine di una vasta abetaia di impianto artificiale. In corrispondenza del wp44 segue su sentiero CAI 129a che discende dapprima al passo di Salitolo, giungendo poco dopo a Croce dei Colli, suggestivo pianoro da cui ampie prospettive si aprono verso N e sul monte La Nuda. Ha qui inizio una interessante ed apprezzata discesa che su single track dal fondo sterrato e in seguito su mulattiera conduce dapprima a Ca Gabrielli e poi a La Ca. Si tratta di un tracciato in alcuni punti impegnativo per via del fondo roccioso ed irregolare, ma con possibilità di evitare i tratti più difficoltosi seguendo le varianti indicate.
Da La Cà, per sentiero e mulattiera, si raggiunge Farnè, graziosa borgata affacciata sui monti della Riva e successivamente, per breve sentiero (spesso ingombrato dalla vegetazione) e su ampia sterrata, Mogere e Torricella, in fondovalle Dardagna, ai piedi della torre di Rocca Corneta. Non rimane a tal punto che risalire sulla strada asfaltata diretta al valico de la Masera e in breve far rientro a Vidiciatico.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario classico, di eccezionale bellezza. Si svolge per intero a quote elevate, in ambiente straordinariamente adatto alla pratica del MTbiking. Dal lago del Cavone risale su sterrata in direzione dell’ampio circo glaciale del Corno alle Scale. Valicato il limite del bosco prosegue tra belle praterie in direzione dell’alpeggio delle Malghe, oltre il quale piega verso N discendendo su sentiero, tra tappeti di mirtillo nero, un alpestre vallone posto ai piedi del versante orientale del Monte Spigolino. Rientrato nel bosco guadagna in sali scendi il crinale della Riva e, in bella discesa (tratti tecnici), l’omonimo passo. Lasciato il crinale prosegue in territorio modenese percorrendo dapprima un divertente sentiero in discesa (brevi tratti tecnici) e in seguito una magnifica strada forestale che tra maestose faggete ed abetaie conduce allo storico rifugio Capanna Tassone. Una breve sosta precede la lunga ma dolce risalita su carrozzabile sterrata che ad oltre 1650m di quota raggiunge lo spartiacque appenninico al passo di Croce Arcana, importante valico tra Emilia e Toscana.
Segue sull’arioso crinale giungendo al passo della Calanca e, per brevi e ripide rampe, al lago Scaffaiolo, luogo leggendario, incastonato in una conca naturale nei cui pressi sorge il celebre rifugio Duca degli Abruzzi, primo di tutta la catena dell’Appennino Settentrionale, più volte ricostruito. L’ambiente è grandioso e il panorama vastissimo. Dal lago il percorso scende tra i prati su bel sentiero ripido e tecnico. Raggiunto l’alpeggio delle Malghe rientra in breve al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario grandioso, si svolge per gran parte in territorio modenese, alla testata della valle del torrente Ospitale, un tempo val di Lamola.
Dal piccolo borgo di Ospitale risale allo storico rifugio Capanna Tassone, seguendo poi su carrozzabile sterrata che ad oltre 1650m di quota raggiunge lo spartiacque appenninico al Passo di Croce Arcana, importante valico tra Emilia e Toscana. Sull’arioso crinale obliqua evitando la vetta del monte Spigolino, giungendo al passo della Calanca e al lago Scaffaiolo, luogo leggendario incastonato in una conca naturale nei cui pressi sorge il celebre rifugio Duca degli Abruzzi, primo di tutta la catena dell’Appennino Settentrionale, più volte ricostruito. L’atmosfera tipicamente montana e i vastissimi panorami ripagano ampiamente della stanchezza patita. Dal lago il percorso scende tra i prati su bel sentiero ripido e tecnico che poco più a valle percorre, tra tappeti di mirtillo nero, uno stretto vallone ai piedi del versante orientale del Monte Spigolino. Rientrato nel bosco guadagna tra alterni saliscendi il crinale della Riva, giungendo all’omonimo passo in divertente discesa (tratti tecnici). Prosegue sul versante occidentale dell’aspro contrafforte (brevi tratti tecnici) incrociando poco dopo un’ampia forestale che in poche decine di metri giunge a traversare il fosso del Gian Matteo (wp60). Qui il tracciato segue in discesa su sentiero CAI 411, tratto dell’antica via Romea Nonantolana che i pellegrini percorrevano nel medioevo a piedi, a cavallo o a dorso d’asino diretti alla capitale della cristianità. Su viva pendenza esso si porta sul fosso della Scaffa, ove il fondo diviene roccioso e tecnicamente difficile. I passaggi risultano obbligati e le difficoltà sostenute sino al ponte sul rio Ospitale, oltre il quale la pendenza degrada. Tra il ponte e Ca di Cecchino si percorre il tratto più antico e meglio conservato dell’antico tracciato, bordato da muretti a secco e ancora solidamente “pavimentato” come nell’ottavo secolo (significative le sollecitazioni sopportate dalla bici e dalle braccia del pilota..). Superato il piccolo borgo di Cà di Cecchino il percorso prosegue in veloce discesa su fondo prevaentemente sterrato in direzione di Case Pallai, oltre e quali rientra in breve ad Ospitale.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario piuttosto impegnativo, si svolge nella porzione orientale del parco, selvaggia e poco antropizzata. La quota media contenuta e la protezione offerta dai ripidi versanti delle valli ne permettono la percorribilità anche in caso di tempo freddo o ventoso. Dall’abitato di Lizzano in Belvedere, capoluogo di Comune, risale dolcemente su asfalto la valle del torrente Silla, giungendo a Pianaccio e in seguito al rifugio di Segavecchia.
Nei pressi del rustico edificio oltrepassa il rio del Casellino, dal quale si aprono belle vedute sull’imponente e precipite parete E del Corno alle Scale , le cui caratteristiche balze incombono sul fondovalle dai quasi duemila metri di quota della vetta. Prosegue su ampia forestale tra boschi di faggio, douglasia e abete bianco. In località l’Acerolo (wp82) scende su sentiero a tratti pericolosamente esposto sul letto del torrente Causso, che attraversa nei pressi di pian della Zucca. Guadagnato il versante opposto della valle il percorso prosegue a mezza costa in direzione di Monteacuto delle Alpi. Il sentiero, a tratti piuttosto ripido, tecnico ed esposto, giunge a Raigada tra maestosi e vetusti castagni, testimonianza di un tempo in cui l’alimentazione delle popolazioni di montagna dipendeva largamente dai preziosi frutti. Superato il borgo di le Tegge entra a Monteacuto, nucleo medioevale edificato su uno stretto ed aereo crinale, imboccando nei pressi della graziosa piazzetta l’antica mulattiera che, a tratti ben conservata e piuttosto ripida, scende sul letto del rio Baricello in corrispondenza dell’antico molino della Squaglia. Risale quindi, su sentiero a tratti esposto, al celebre santuario della Madonna del Faggio, seguendo poi su sterrato e quindi su asfalto per Pennola e Molino di Tognarino. Da qui un emozionante single track (tratti tecnici) scende a Porchia, da cui in breve si rientra a Lizzano.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Ampio anello che consente un’esplorazione approfondita dell’aspro contrafforte dei monti della Riva. Esso origina dalla vetta di monte Spigolino, posta sullo spartiacque appenninico, dirigendo verso N e in tal modo separando la valle del Dardagna da quella dell’Ospitale. L’itinerario prende il via da Poggiolforato e su sentiero nel bosco scende tra qualche difficoltà a Ca Miglianti. Raggiunto su sterrata il borgo di Farnè prosegue traversando il fosso Bardini. Oltre Ca dei Crudeli giunge su sterrata a Roncore e scende ripidamente al molino della Piastra, dominato dalla caratteristica torre medioevale di Rocca Corneta. Attraversato il torrente Dardagna segue sull’opposto versante stretto tra il corso d’acqua ed il balzo della Fontanina (alcuni passaggi esposti richiedono attenzione). Nell’intricata boscaglia aggira infine la quinta rocciosa finendo, poco sotto Trignano, su una ripida rampa asfaltata che in breve conduce alla tranquilla borgata. Da Trignano, reso noto da Felice Pedroni, emigrante e cercatore d’oro considerato come il fondatore di Fairbanks, oggi seconda città dell’Alaska (monumento a ricordo), il percorso traversa ai piedi della val di Fredda raggiungendo monte Luzzo e prosegue in direzione del lago di Pratignano. Oltre Piana della Farnia la strada diviene sterrata e tale rimarrà sino all’ampia depressione che accoglie il pittoresco specchio d’acqua, prezioso ecosistema di origine tettonica che ospita un’estesa torbiera e Drosera rotundifolia, pianta carnivora e relitto glaciale rarissimo. Dal lago, per ampie e magnifiche praterie, segue guadagnando il crinale della Riva che percorre in salita su bel sentiero sino all’omonimo passo. Da qui scende in direzione del torrente Dardagna su pendenze e difficoltà gradualmente crescenti (brevi tratti bici a mano in prossimità del torrente), finendo per attraversare il vivace corso d’acqua proprio di fronte alle celebri cascate. Una breve e difficoltosa risalita (tratti di bici a mano) riporta sulla forestale che tra boschi di faggio e maestose abetaie giunge in saliscendi al santuario della Madonna dell’Acero, frequentato luogo di pellegrinaggio. Il percorso segue ora su sentiero CAI 331a che, a tratti ripido e tecnico, ridiscende sul letto del torrente Dardagna imboccando alla fine uno stradello sterrato che in gradevole discesa riporta a Poggiolforato.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario con elevato dislivello, riservato a biker tecnici e bene allenati, dotati di mezzi all’altezza della situazione (es. trail bike robuste e ben frenate). Da Porchia, sede della più antica ferriera del bolognese, prevede una lunga risalita che per Pianaccio e Segavecchia (rifugio), raggiunti su fondo asfaltato, conduce in seguito per bella forestale sterrata ai quasi 1500m di Bocca del Lupo, piccola insellatura che mette in comunicazione le valli del torrente Causso e del rio Baricello. Segue in discesa risalendo poco dopo al suggestivo Rombiciaio, annunciato dal vetusto esemplare di faggio che ombreggia il luogo. Aggirato su magnifica traccia in discesa il poggio della Piantata, giunge al pian dello Stellaio, importante crocevia di sentieri posto alla testata della val Randaragna. Su vive pendenze e difficoltà crescenti si porta sul rio Baricello alla base del selvaggio anfiteatro naturale dei balzi dell’Inferno, seguendo verso N in direzione della Madonna del Faggio.
Il celebre santuario, una piccola chiesa immersa nel bosco, viene raggiunto dopo una faticosa traversata che costringe il biker a superare i numerosi fossi con passaggi talvolta esposti e difficoltosi. Su comoda sterrata e poi su asfalto si raggiungono Pennola e Molino di Tognarino, ove ha inizio una coinvolgente discesa su sentiero a tratti tecnico che riporta infine a Porchia regalando emozioni.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
Itinerario da consigliare a MTbiker tecnici ed allenati, che potranno godere della straordinaria bellezza dei luoghi e delle difficoltà offerte dal tracciato. Da Porchia, sede della più antica ferriera del bolognese, prevede una lunga risalita che per Pianaccio e Segavecchia (rifugio), raggiunti su fondo asfaltato, conduce in seguito per bella forestale sterrata ai quasi 1500m di Bocca del Lupo, piccola insellatura che mette in comunicazione le valli del torrente Causso e del rio Baricello. Segue in discesa risalendo poco dopo al suggestivo Rombiciaio, annunciato dal vetusto esemplare di faggio che ombreggia il luogo. Aggirato su magnifica traccia in discesa il poggio della Piantata, giunge al Pian dello Stellaio, importante crocevia di sentieri posto alla testata della val Randaragna. Oltre la bella prateria il percorso guadagna faticosamente il crinale (brevi tratti bici a mano) che attraverso i monti Tocaccielo e Pianccetto scende infine al rifugio di monte Cavallo. Dopo una meritata sosta si riprende alla volta del monte Piella, raggiunto su ampia sterrata attraverso belle foreste di faggio, pino nero e abete bianco. Dalla vetta, eccezionale balcone panoramico affacciato sulla valle del Reno, il percorso segue in bella discesa che in gran parte su single track giunge tra qualche difficoltà a Terzo, nei pressi di Castelluccio. Non rimane a questo punto che raggiungere il Molino di Tognarino, piccola e graziosa borgata sul rio Fantino, ove ha inizio una coinvolgente discesa su sentiero a tratti tecnico che riporta infine a Porchia regalando ancora emozioni.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
La carta di cui parla l'articolo:
07BO Corno alle ScaleAlto Appennino bolognese e pistoieseParco Regionale Corno alle Scale, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone Dal Corno alle Scale al Lago di Suviana Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Castel di Casio |
Itinerario lungo e faticoso, supera i 2000m di dislivello in salita, dei quali buona parte si coprono in unica soluzione lungo i 19km che separano i Ponti di Fanano dal lago Scaffaiolo. Da consigliare quindi a biker decisamente ben allenati, dotati di mezzi performanti e non troppo pesanti (trail bike e all mountain). Dal lago del Cavone si dirige all’alpeggio delle Malghe su ampia sterrata, proseguendo su sentiero alle pendici del monte Spigolino. Guadagna il crinale della Riva e tra alterni saliscendi l’omonimo passo, oltre il quale risale la panoramica serra dei Balchetti (brevi tratti bici a mano). In veloce ed inebriante discesa giunge ai magnifici pascoli che circondano il lago di Pratignano, prezioso ecosistema di origine tettonica che ospita un’estesa torbiera e Drosera rotundifolia, pianta carnivora e relitto glaciale rarissimo. Oltre il lago prosegue su ampia sterrata finendo per imboccare poco dopo un breve e ripido taglio nel bosco di resinose. Sotto il monte Serrasiccia segue una lunga e divertente discesa, piuttosto tecnica nella prima parte, poi decisamente veloce, che termina a Serrazzone. Da qui, attraverso il monte Luzzo, giunge ai Ponti di Fanano (tratti tecnici). Su fondo asfaltato e tratti sterrati transita per il rifugio Capanna Tassone e in ambiente grandioso risale su ampia carrozzabile sterrata al passo di Croce Arcana, importante valico tra Emilia e Toscana. Sull’arioso crinale obliqua evitando la vetta di monte Spigolino, giunge al passo della Calanca e per ripide rampe al lago Scaffaiolo, luogo leggendario incastonato in una conca naturale nei cui pressi sorge il celebre rifugio
Duca degli Abruzzi. L’atmosfera tipicamente montana e i vastissimi panorami ripagano a questo punto della stanchezza patita. Dal lago il bel sentiero, ripido e tecnico, scende tra i prati alle Malghe, da cui in breve si rientra al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettagli)
Lungo e affascinante itinerario, si svolge per gran parte nel versante toscano del massiccio del Corno alle Scale.
Dal vecchio Chalet (ora una deprimente struttura a servizio delle piste da sci della stazione emiliana) sale su sterrata all’alpeggio delle Malghe ed in seguito si inerpica verso il lago Scaffaiolo, raggiunto al termine di ripide rampe sterrate che costringeranno i più a qualche breve tratto di bici a mano. Il leggendario specchio d’acqua, incastonato in una conca naturale nei cui pressi sorge il celebre rifugio Duca degli Abruzzi, è luogo frequentato durante tutto l’anno da turisti a piedi, in bicicletta o sugli sci. Oltre il lago il percorso si porta sul versante meridionale del monte Cupolino scendendo tra i prati su bel sentiero a tratti tecnico. Entra nel bosco a Chiasso dell’Alpe, uscendo poco dopo sul vasto pianoro erboso delle Roncole, luogo ameno e ricco di fascino ai piedi del monte Cornaccio. Segue in crinale su bella sterrata che superato il poggio Fratone scende in località Butale. Oltre il borgo di Spignana, raggiunto in veloce discesa, attraversa il torrente Verdiana e risale dolcemente a San Marcello Pistoiese, centro turistico montano noto sin dall’Ottocento. Il borgo offre al visitatore numerose testimonianze dei secoli passati quando, sin dal Trecento, contendeva a Cutigliano la sede del Capitanato delle Montagna. Oltre San Marcello il percorso guadagna su fondo asfaltato il fondovalle della Lima, risalendo il torrente ed infine, ripidamente, a Cutigliano, pittoresca borgata dal fascino aristocratico che le antiche vicende storiche gli hanno conferito. Una funivia in servizio tutto l’anno riporta a questo punto il biker ai 1500m della Doganaccia, insediamento turistico sorto nei pressi della graziosa stazione sciistica. Da qui, un’ampia carrozzabile sterrata conduce al passo di Croce Arcana, importante valico appenninico tra Emilia e Toscana. Sull’arioso crinale il percorso obliqua evitando la vetta di monte Spigolino, giunge al Passo della Calanca e per ripide rampe al lago Scaffaiolo. Dal lago il bel sentiero, ripido e tecnico, scende tra prati alle Malghe, da cui in breve si rientra al punto di partenza.
Classificazione difficoltà IMBA: 4 (vedi dettaglio)
La strada più comoda per raggiungere dai lidi il percorso ad anello che arriva a S. Alberto lungo l'argine del canale Destra Reno e ritorna per l'argine che costeggia le valli di Comacchio parte da Casal Borsetti. Seguite la strada che corre lungo l’argine del canale (via Lacchini), quindi all’incrocio con la statale 309 Romea proseguite dritto; dopo circa 500 metri, appena passato il ponte che funziona anche da chiusa per il controllo delle acque, la strada diventa bianca e per 7 km corre ancora sull’argine del canale lasciando la campagna sulla sinistra. Il ponte che conduce al piccolo paese di Mandriole ci consente di fare una piccola deviazione per visitare la chiesa, il cimitero dove fu sepolta Anita Garibaldi, e dare uno sguardo a questo caratteristico villaggio.
Ritornati oltre il ponte, la strada sterrata prosegue lungo il canale fino a imboccare la strada asfaltata: da qui, svoltando a destra, si raggiunge l’abitato di Sant’Alberto. A questo punto è d’obbligo una sosta per visitare il Museo Ornitologico e di Scienze Naturali di Ravenna che ha sede nel cosiddetto Palazzone, che ospita anche il centro visite del Parco del Delta del Po.
Il nostro itinerario prosegue lungo via Olindo Guerrini fino a raggiungere l’imbarco del traghetto per l’attraversamento del fiume Reno. Giunti sulla sponda opposta svoltate a destra, e vi troverete immersi in un paesaggio magico, sospesi fra l’argine del fiume da una parte e la valle dall’altra. Qui la natura è protagonista assoluta e il volo degli uccelli vi accompagna per i successivi 10 km, fino ad arrivare al ponte nei pressi di una trattoria. Dopo un breve tratto nella vegetazione, salite la scarpata e attraversate il fiume Reno in una corsia separata del ponte a lato della strada.
Ridiscesa la scarpata, il percorso prosegue verso sinistra, dove a un certo punto si incontra il cippo che ricorda il primo luogo di sepoltura di Anita Garibaldi e poco dopo la casa-museo Fattoria Guiccioli, aperta al pubblico, dove Anita morì nel 1849. Dall’ingresso della casa è ben visibile il ponte che conduce al punto di partenza dell’itinerario indicato con i segnavia n. 4, da dove la strada ci riporta verso Casal Borsetti.
Esiste tuttavia un’alternativa molto suggestiva per ritornare verso il mare: discesa la scarpata dopo il ponte sul fiume Reno, svoltate a destra: la strada sterrata passa sotto il ponte e segue la riva del fiume disseminata di capanni da pesca, fino ad arrivare a nord di Casal Borsetti nei pressi del poligono militare.
La partenza del percorso è nei pressi dell'abitato di Bibulano (ampio parcheggio con area pic-nic) e da qui in senso orario fino al lago di Castel dell'Alpi. Si prosegue fino a Pian di Balestra e si scende a Madonna dei Fornelli e si prosegue verso nord fino al punto di partenza. Il percorso si sviluppa parzialmente anche in tratti asfaltati, comunque non presenta particolari difficoltà tecniche o fisiche da affrontare.
In costruzione
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
01BO Colline di San LucaBolognaValli dell'Idice, Zena, Savena, Navile, Reno e Lavino Da Zola Predosa a Ozzano Emilia, da Bologna a Monte Sole Aree Protette dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, Colline di San Luca e Contrafforte Pliocenico |
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La Via degli Dei è senza dubbio il più celebre itinerario che collega Bologna con Firenze attraverso gli Appennini ed è frequentato ogni anno da centinaia di appassionati di trekking e mountain bike.
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Il Parco della Chiusa è la partenza di questo lungo anello, adatto a chi ha la gamba allenata sulla mountain bike. Si segue il percorso CAI 112 VD, nientemeno che la Via degli Dei, ossia il celebre collegamento tra Bologna e Firenze attraverso gli Appennini.
Si attraversa la passerella sul Reno, e, dopo gli impianti sportivi, si giunge sull’asfaltata (via Allende). In prossimità dell’incrocio con la Porrettana, si consiglia di seguire la ciclabile che arriva fino al Parco Faianello, evitando così di procedere sulla Statale per un tratto piuttosto insidioso. Dal Faianello, si attraversa la Porrettana e si imbocca via Rosa.
Da qui le cose si fanno più impegnative: ci si arrampica infatti sulla meravigliosa collina di Casalecchio di Reno, attraverso vigneti e filari di querce secolari. Lungo questo tratto si incontra Villa Marescalchi, e, poco dopo, l’Eremo di Tizzano. Da qui la strada procede in discesa fino al quartiere Marullina, dove si può fare una sosta al parco dell’omonima villa. Si segue quindi via Manzoni, poi via Respighi e si attraversa la Bazzanese.
Seguendo le indicazioni per la stazione ferroviaria, si arriva ad una rampa che si raccorda con una ciclabile. Si procede fino ad una rotonda e poi ancora dritto, imboccando via Ugo Bassi e quindi via dei Mille. Si arriva proprio di fronte al Ponte della Pace; lo si può attraversare oppure scegliere di proseguire per via Tripoli fino al nuovo ponte della Filanda.
Da qui potete seguire un tratto del percorso dei Quattro Ponti descritto in questo sito fino a tornare al Parco della Chiusa.
Percorso in senso orario da Marzabotto. Faticoso, molti ciottoli sulla strada, ma principalmente "TAFANI!"
alcune discese veloci, tratti di discesa ripida su strada disfatta
Alla fine discesa veloce liberatoria su asfalto, poi purtroppo si è scaricato il telefono, ho sbagliato strada e ho dovuto fare un pezzo di Porrettana da Pian di Venola a Marzabotto
da provare in autunno inoltrato
Dalla chiesetta di Badolo si segue l'asfaltata in direzione Pianoro fino ad incrociare, sulla dx in salita su strada bianca, segnaletica CAI 122VD. Arrivati in cima si prosegue sempre su ghiaiata in marcata discesa (seconda a destra senza segnaletica) che ci porta fino al Rio Favale; divertente discesa, attenzione agli eventuali pedoni!!! Preseguendo lungo la sterrata, in breve raggiungiamo l'asfaltata nei pressi di Cà di Cò, giriamo a destra e prendiamo dopo pochi metri sempre sulla destra una sterrata in salita (segnaletica CAI 912). Seguendo sempre la segnaletica al termine della salita, incrociamo la strada bianca che permette di raggiungere, sulla destra, il Centro di Recupero della Fauna selvatica (segnavia CAI 110a). Lo si oltrepassa e si prosegue sulla dorsale in direzione nord, nei pressi della cima di Monte del Frate incrociamo, sulla destra, il sentiero 122VD in marcata discesa, lo ignoriamo e proseguiamo verso sinistra (segnavia CAI 110-T5V) con un breve strappettino in salita. Ora scendiamo fino ad arrivare sulla panoramica dorsale del Monte del Frate, dove imboccheremo la prima deviazione a destra in discesa attraverso il bosco. Una serie di tornanti divertenti ci permettono di ritrovare l'asfaltata Badolo/Pianoro che abbiamo preso inizialmente e girando a sinistra rientriamo al punto di partenza.
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percorso ecomaratona
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
06BO Laghi di Suviana e BrasimoneAlte valli del Savena, Setta e LimentraParco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, Alto Carigiola, Alta Valle del Santerno, Passo della Raticosa Dal Lago di Suviana al Passo della Raticosa Barberino di Mugello, Camugnano, Cantagallo, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Firenzuola, San Benedetto Val di Sambro, Vernio, Lago di Suviana, Lago Brasimone, Passo della Raticosa, Passo della Futa, Lago di Castel dell'Alpi |
Da Badolo percorriamo l'asfaltata in direzione Pian di Macina, dopo circa un paio di km prendiamo a sinistra una strada bianca (Via delle Orchidee) fino ad incrociare un sentiero a destra in marcata discesa e contrassegnato con un pannello informativo. Seguendo i segnavia raggiungiamo la vite centenaria del Fantini (http://www.podereriosto.it/podere-riosto/la-vite-centenaria-del-fantini/), proseguiamo su strada bianca fino ad incrociare l'asfaltata in corrispondenza di una piccola dorsale. Voltiamo a sinistra (CAI 122b) e dopo circa 250 m prendiamo il sentiero fino a La Commenda. Da qui un piccolo anello ci permette di raggiungere Piazza e tornare su Via delle Orchidee per rientrare poi a Badolo.
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
01BO Colline di San LucaBolognaValli dell'Idice, Zena, Savena, Navile, Reno e Lavino Da Zola Predosa a Ozzano Emilia, da Bologna a Monte Sole Aree Protette dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, Colline di San Luca e Contrafforte Pliocenico |
Questa è la prima tappa di un itinerario che, insieme all’amico Gerry, ho percorso in mountaibike partendo da Casalecchio di Reno nel mese di Agosto.
Prendendo spunto dalla cartoguida “Valli del Lavino, Samoggia e Panaro - Piccola Cassia nell’Appennino bolognese” di TrackGuru, decidiamo di percorrere la Piccola Cassia raccordandola a nord con la Via dei Brentatori (Zola Predosa - Monteveglio) e a sud con il Percorso Belvedere per il tratto Jola - Ronchidoso - Monte Belvedere.
Pertanto, abbiamo sommariamente toccato le seguenti località: Casalecchio di Reno, Rivabella, San Lorenzo in Collina, Montemaggiore, Fagnano, Casa Bortolani, Tolè, Agriturismo la Fenice.
Nella seconda tappa, invece: Agriturismo la Fenice, Santa Lucia, Castel d’Aiano, Sasso Molare, Jola, Ronchidoso, Monte Belvedere, Corona, Querciola, Gaggio Montano, Porretta Terme.
Da Casalecchio di Reno prendiamo la Bazzanese e passato Riale deviamo per Calderino; poco prima dell’abitato di Rivabella prendiamo a destra Via Don M. Fornasari che ci conduce sull’alveo del Torrente Lavino. Qui incrociamo il sentiero natura (segnaletica CAI 209) che ci permette di risalire il corso d’acqua per circa 1 Km.
Questo itinerario era percorso già dal 1300 dai Brentatori, portatori che trasportavano il mosto e il vino caricandosi la brenta sulle spalle dalle colline di Monteveglio a Bologna, evitando così le scorrerie delle truppe modenesi che rendevano poco sicuri i collegamenti con la città.
Questo è un tracciato in corso di valorizzazione (http://www.viadeibrentatori.com).
Mantenendo sempre il CAI 209, passiamo accanto a dei ruderi e qui la ripida salita ci permette di raggiungere il crinale nei pressi di Mucchio. Prendiamo a sinistra la bella strada a tratti panoramica che ci porta fino a San Lorenzo in Collina e successivamente a La Fornace. Poco oltre Cà Bianca, prendiamo a destra fino a Collina di Sopra, qui giriamo a sinistra lasciandoci a destra la Via dei Brentatori. Attraversiamo i suggestivi calanchi di Montemaggiore e mantenendo la strada arriviamo a Fagnano.
Qui ci raccordiamo con la Piccola Cassia, nota anche come Via Longobarda che univa la Pianura Padana con la Toscana e anche questo è un tracciato in corso di valorizzazione (http://www.piccolacassia.it/).
Seguendo sempre la sigla PC (Piccola Cassia) sulla nuova segnaletica apposta dal CAI, percorriamo circa 2,5 km a destra del Torrente Samoggia costeggiando ombrosi frutteti fino ad un antico gruppo di case in località La Stella. Qui abbandoniamo l’asfaltata e saliamo su sterrata al margine dei campi e frutteti fino in cima alla collina (tratto con segnaletica insufficiente e sentiero scarsamente manutenuto); scendiamo dal versante nord-est e raggiungiamo l’Agriturismo La Torretta.
A sinistra sull’asfalto la strada sale per 200 metri fino al bivio per Badia, nonostante la segnaletica PC invitasse a raggiungerla, noi abbiamo optato di rimanere in quota e proseguire sulla dorsale. Dopo un gruppo di villette, a sinistra si innesta la PC e noi proseguiamo diritti su un bellissimo tratto panoramico con ampie visuali ad est ed ovest sulle colline.
Siamo circa a quota 400 m e dobbiamo raggiungere Croce delle Pradole a circa 700 m e la salita è abbastanza morbida; da qui ci immettiamo sull’asfaltata che ci permette di raggiungere Casa Bortolani e successivamente Tolè. Attraversiamo il nucleo storico e ci approvigioniamo d’acqua alle Tre Fontane. Uno strappo in marcata pendenza ci permette di raggiungere la statale che percorriamo per circa 3 km fino all’Agriturismo La Fenice, nostro punto tappa.
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Il secondo giorno partiamo dall'agriturismo dove abbiamo pernottato e percorriamo l'asfaltata fino a Castel d'Aiano;proseguiamo fino a Iola e, in località Padulla subito dopo un rettilineo, prendiamo una strada bianca in salita (CAI 442). Dopo poco la strada si trasforma in sentiero che costeggia diversi ruderi anticamente abitati.
Raggiungiamo un quadrivio (CAI 345-400/4-442) e prendiamo in direzione SW (CAI 345-400/4) in salita nel bosco. Lasciamo il sentiero 157a sulla sinistra e proseguendo ancora nella stessa direzione ed arriviamo alla chiesa di Ronchidoso dedicata alla Madonna degli Emigranti (1100 m). Ottimo punto per effettuare una sosta, sulla carta escursionistica è segnalata la presenza di una fontana che non abbiamo trovato e pertanto ci siamo approvvigionati alla sorgente a quota m 998 sulla strada bianca ad ovest della chiesa (CAI 452). Tornati sui nostri passi proseguiamo sempre in salita sul sentiero 345-400/4 che ci permette di guadagnare la vetta del Monte Belvedere (m 1140) dal quale si domina l'alto crinale appenninico, dall'Orsigna al Cimone.
Per la sua posizione strategica, qui nel 1200 venne edificato un castello; ora di tale manufatto sono rimasti solo pochi ruderi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa cima rappresentò uno dei principali baluardi difensivi tedeschi della Linea Gotica, resistette per tutto l'autunno e parte dell'inverno del 1944-45 ai ripetuti attacchi degli americani e dei Partigiani. Venne liberata dai "mountaineers" americani della 10° Divisione da Montagna la mattina del 20 Febbraio 1945.
Poco sotto la vetta il sentiero 345 si stacca dalle pendici del monte in direzione SW in marcata discesa su fondo sdrucciolevole e raggiungiamo l'abitato di Corona. Da qui con l'asfaltata raggiungiamo prima Querciola poi Gaggio Montano ed infine Porretta Terme.
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La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
02BO 05BO Valli del Lavino, Samoggia e PanaroPiccola Cassia nell’Appennino bologneseParco dell’Abbazia di Monteveglio, Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina, Riserva di Sassoguidano, Via dei Brentatori Da Vignola a Gaggio Montano Vignola, Monteveglio, Parco dell'Abbazia di Monteveglio, Castelletto, Guiglia, Savigno, Zocca, Montese, Castel D'Aiano, Gaggio Montano |
Questo itinerario si sviluppa ad anello attorno alla dorsale principale del parco attraversandone i paesaggi più caratteristici e toccando molti luoghi simbolo della tragedia vissuta da questo territorio.
Dalla stazione di Lama di Reno per asfalto raggiungiamo la pieve romanica di Panico e poi oltre fino alla suggestiva passerella di Marzabotto che ci permette di raggiungere la sponda opposta del Fiume Reno. Proseguiamo ora per la ciclabile lungofiume fino al termine. Qui prendiamo a sinistra l'asfaltata per Sperticano e giriamo alla prima strada che incrociamo a destra che ci condurrà fino al Poggiolo di Monte Sole; al crocevia proseguiamo a sinistra su carrabile che conduce ai resti della chiesa di Casaglia e al piccolo cimitero omonimo dove furono compiuti eccidi tra i più efferati nell'autinno del 1944.
A sinistra del cimitero prendiamo la sterrata (CAI 053) che conduce al Podere Poggioletto e successivamente si innesta nel sentiero di crinale CAI 100; passiamo accanto alla cima del Monte Santa Barbara e poi giù in discesa fino alla Collinaccia. La strada panoramica prosegue per San Silvestro e qui a sinistra giriamo scendendo a Panico e poi a Lama di Reno.
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
04BO Parco Storico di Monte SoleMedie valli del Savena e del Reno e valli del Sambro e SettaTerre degli Etruschi, Kainua, Rupe di Calvenzano e Tavernola |
TrackGuru è un gruppo di lavoro che fornisce servizi legati alle attività sul territorio. |
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