Il torrente da cui prende il nome la valle che arriva fino alle porte di Bologna nasce a Sasso di Castro ma la testata del suo bacino è formata da un ventaglio di monti al confine con la Toscana le cui creste determinano anche i bacini del Santerno e del Setta.
Questi luoghi sono stati già descritti nel testo del 2001 "Il torrente Savena, la sua valle, i suoi mulini" dal Gruppo di studi Savena Setta Sambro. Ripercorrendoli oggi, per sentieri con l'associazione di volontariato Oltr'Alpe, ci appaiono come ambienti da tutelare, in una visione globale di "fiume"che tenga conto dello spirito indicato dalla direttiva europea che ha l'obiettivo di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo dello stato delle acque, migliorandole e assicurandone un utilizzo sostenibile.
"E' presso il Monte Passeggere a 1140 m che hanno origine quei ruscelli che iniziano il torrente Savena; riuniti scorrono in un angusto bacino formato dai fianchi di erte montagne qua e là denudate o ricoperte di faggete e continuando nel ristretto alveo fino a Castel dell'Alpi, ove una gigantesca frana avvenuta il 10 gennaio 1870 rialzò considerevolmente il suo letto e lo sbarrò formando quel piccolissimo lago".
Questo quanto riportato nel volume "L'Appennino Bolognese" edito nel 1881 dal Club Alpino Italiano.
Anche se la sorgente è situata al Sasso di Castro (FI), la testata del bacino del Savena è formata da un ventaglio di monti al confine con la Toscana, le cui creste determinano anche i bacini del Santerno a est e del Setta a ovest.
La successione di tali rilievi montuosi, da Est a Ovest è la seguente: Monte Freddi (1275 m.), Colle del Covigliaio (1090 m.), Sasso di Castro (1276 m.), Poggio Savena (1161 m.), Le Banditacce (1202 m.), Passeggere, Monte Luario (1140 m) e Monte Bastione (1190 m). Da questo anfiteatro naturale di monti si dipartono tre rii, chiamati le Tre Savenelle e precisamente il Rio del Martinazzo, sulla destra idrografica, il Rio dei Lagoni, al centro - il più considerato dei tre - che ha origine da Poggio Savena, e il Rio di Zuccaia o delle Passeggere, a sinistra.
Confluendo danno origine al torrente Savena. Affluenti di questo primo tratto del torrente sono a destra il Fosso di Monte Freddi o Cà di Barba, il Fosso dei Casoni e il Rio degli Ordini, che influisce nel lago. A sinistra il Fosso della Burraia, il Rio di Ronco di Cocco, il Rio della Torta, presso Cà di Borelli, il Rio della Valle del Balzo, il Rio Conco di Quarto e il Rio Malbura Vecchia, che sfocia nel Savena presso il Mulino di sopra.
Una frana staccatasi nel 1951 dal versante sinistro della valle ha ampliato nuovamente l'invaso del lago di Castel dell'Alpi. Scendendo dal crinale appenninico, con la sua attività erosiva il Savena ha scavato una valle molto incisa specie nella sua parte superiore favorita da preesistenti condizioni geotettoniche.
Il regime idrico, alternando stati di piena e di magra è a carattere torrentizio ed è in relazione all’alimentazione pluviale del rilievo che durante le stagioni più piovose dell’autunno e della primavera è soggetto a piene repentine ed impetuose che convogliano in sospensione o per trascinamento notevoli quantità di materiali dal monte al piano. Difficile reperire valori aggiornati sulla portata solida e sui bilanci idrici. Il corso principale del Savena è alimentato da un elevato numero di torrenti laterali che pur in un bacino imbrifero di modeste dimensioni si ramificano in corsi d’acqua sempre più piccoli, costituendo una struttura dendriforme che permette una captazione notevole delle acque pluviali convogliate verso il fondovalle. La consistenza dei rii laterali al corso principale è più sviluppata sul versante orientale che su quello occidentale e ciò è legato alla particolare condizione geomorfologica, in quanto in sinistra Savena le pareti della valle sono più ripide e compatte per l’affiorare di strati arenacei anche di notevoli spessore, cosi che le acque pluviali scorrono e si precipitano più rapidamente nella valle. In destra Savena invece i versanti appaiono degradare più dolcemente, quindi più soggetti ad essere incisi da numerosi piccoli corsi d’acqua, alimentati oltre che da acque piovane anche da sorgenti perenni, rendendo possibile il rifornimento idrico anche durante periodi di siccità.
Il tipo di formazione geologica che interessa questo primo tratto del bacino, è costituito in prevalenza dalla formazione di Monghidoro (MOH), mentre la sorgente dal Sasso di Castro si diparte da un complesso ofiolitico, in prossimità di uno strato di Calcari a Calpionelle (CCL), informazioni utili per valutare lo stato di permeabilità della roccia e l’indice di franosità ad esso associato. L’attività torrentizia del Savena spesso impetuosa in concomitanza di intense e prolungate precipitazioni si attenua in vicinanza di Bologna, contribuendo comunque ad esercitare un’azione erosiva al suo sbocco nel territorio di pianura. Tale azione è stata uno degli elementi che ha indotto i tecnici idraulici dei secoli passati a costruire opere di difesa ed arginature con ripetuti spostamenti del corso originario del torrente.
Testo di Carla Garavaglia
tratto da Nelle Valli Bolognesi, primavera 2015
La carta dei luoghi di cui parla l'articolo:
06BO Laghi di Suviana e BrasimoneAlte valli del Savena, Setta e LimentraParco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, Alto Carigiola, Alta Valle del Santerno, Passo della Raticosa Dal Lago di Suviana al Passo della Raticosa Barberino di Mugello, Camugnano, Cantagallo, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Firenzuola, San Benedetto Val di Sambro, Vernio, Lago di Suviana, Lago Brasimone, Passo della Raticosa, Passo della Futa, Lago di Castel dell'Alpi |